In un’indagine pubblicata dal Centro per la salute del Bambino Onlus, in collaborazione dell’Associazione Culturale Pediatri, quasi un genitore su tre (30,7%) dichiara al pediatra di lasciare “qualche volta” o “spesso” il proprio cellulare in mano al figlio con età è al di sotto dei 12 mesi. Inoltre, almeno un terzo dei genitori intervistati afferma di usare le tecnologie per “tenere buono” il bambino, percentuale che aumenta rapidamente al crescere dell’età.
Quali sono le conseguenze dell’utilizzo di tali strumenti tecnologici in età evolutiva?
Jenny Radesky, ricercatrice della Boston University, nel 2015 ha pubblicato uno studio sulla rivista Pediatrics nel quale ha riscontrato, in un campione di bambini piccoli, un legame tra uso eccessivo dei media e deficit nei meccanismi di autoregolazione. Nello specifico viene riportato che l’utilizzo degli smartphone e dei tablet nei bambini sotto i tre anni può “ritardare l’interazione sociale e l’interesse nel mondo esterno”. Nei bambini in età prescolare risulta evidente quanto l’esplorazione del mondo e delle interazioni sociali incida sullo sviluppo della creatività, delle abilità di autoregolazione e delle capacità cognitive, quali la capacità di problem solving.
Se è vero che i libri elettronici e le app per bambini possono essere utili per stimolare l’intelligenza del bambino, un uso eccessivo di smartphone e tablet (o televisori) da parte dei genitori per calmare o distrarre i figli può influire negativamente sullo sviluppo sia delle abilità nella regolazione delle emozioni sia dell’empatia.
Inoltre, delegare alla tecnologia la funzione di calmare o distrarre il bambino toglie la possibilità di insegnare loro ad autoregolarsi e calmarsi mediante gli abbracci, gli sguardi, il tono della voce, la parola, il gioco e altre soluzioni creative.
La tecnologia fa parte della quotidianità e non possiamo opporci a questa realtà. Risulta importantissimo insegnare ai piccoli come usare correttamente questo mezzo.
Come?
Ecco 10 regole per educare un bambino all’uso dello smartphone:
Regola n° 1: lo smarthphone si condivide con mamma e papà. È necessario spiegare al bambino che è un regalo che si fa al bambino e non è giocattolo. Fin da subito bisogna spiegargli che è necessario condividerlo con mamma e papà, controllando i messaggi che riceve e scrivendo insieme la rubrica.
Regola n° 2: lo smartphone si usa soltanto quando serve. Molti genitori vivono il cellulare come uno strumento per tenere a bada le loro ansie, ma in questo modo anche i bambini assorbono l’idea che il cellulare sia un ansiolitico, e da qui il rischio che ne diventino dipendenti. Lo smartphone va considerato solo come uno strumento di comunicazione. Si usa solo quando serve, senza abusare della geolocalizzazione o nel chiamare il bambino in continuazione.
Regola n° 3: non si usa a tavola e durante i compiti. Non si leggono messaggi mentre qualcuno parla e si spegne di notte, al fine di evitare i danni delle onde elettromagnetiche. Il bambino va educato all’uso del cellulare con regole precise. Qualora non le rispettasse, il telefono viene requisito.
Regola n° 4: il bambino va educato all’uso di Internet. Da un’indagine Eurispes è emerso che l’80% dei genitori ha paura che il figlio su internet possa chattare con adulti, inoltre solo il 2% spiega ai piccoli quali sono i pericoli del web. È necessario, invece, essere chiari spiegando tutti i potenziali pericoli circa la pubblicazione di proprie foto e chattare con persone non conosciute. Se si installa una nuova applicazione, inoltre, prima la si guarda insieme a mamma e papà per capire a cosa serve e come funziona.
Regola n° 5: Se si decide di consentire al bambino l’utilizzo di Facebook bisogna assolutamente guardare insieme tutte le impostazioni di privacy e spiegare bene al piccolo cosa può condividere e cosa no. Inoltre, si spiega che sui social o piattaforme digitali (quali WhatsApp o Facebook) non si prende in giro o si parla male dei compagni. E’ compito del genitore educare al rispetto degli altri, in quanto un bambino con un cellulare va responsabilizzato.
Regola n° 6: non si leggono i messaggi del figlio di nascosto ma si chiede di leggerli insieme, stipulando un patto secondo cui, a richiesta, il genitore può controllare il contenuto del telefono. Se costruiamo fin da subito un buon rapporto con i nostri figli, quando saranno adolescenti (e chiaramente non gli si potrà chiedere di leggere i loro messaggi), saranno più consapevoli del mezzo, più sicuri nel caso di problemi e più disposti a parlarne ai genitori.
Regola n° 7: almeno fino a 12 anni il bambino va tenuto sotto controllo. Il cellulare si può dare anche prima delle medie, ma almeno fino ai 12 anni il bambino va tenuto sotto controllo. Al fine di evitare spiacevoli situazioni, è preferibile non lasciare mai da solo un bambino con il suo telefono, ma sempre cercare con lui ogni occasione di condivisione del suo mondo digitale.
Regola n° 8: mamma e papà devono dare il buon esempio, almeno nel tempo dedicato ai figli. Chiaramente i genitori sono il modello esemplare, queste regole non valgono se poi loro sono sempre al telefono, soprattutto nel tempo dedicato ai figli. Ad esempio non vale portare i bambini al parco e poi stare tutto il tempo a messaggiare o a telefonare.
Regola n° 9: lo smartphone distrae, pertanto durante i compiti è necessario fare un patto. Il cellulare mentre si fanno i compiti è una distrazione, come lo era la televisione qualche anno fa. Inutile vietarlo a priori, il bambino teenrlo vicino a patto che lo controlli solo ogni tanto e non ogni cinque minuti. Anche in questo caso ricorrere a un patto educativo con il bambino è la strada migliore.
Regola n° 10: Insegnare ai bambini a esprimere le emozioni non soltanto con emoticon. I bambini preferiscono di gran lunga esprimersi attraverso i messaggini piuttosto che a voce. Più facile mandare una faccina contenta che dire a un amico di essere contento. I messaggi sono più tutelanti, ma è nostro compito anche educare alle emozioni, insegnare ai bambini ad esprimere le proprie emozioni in modo completo. Inoltre i nativi digitali devono avere il diritto ad usare tutti i sensi, a giocare e a sviluppare la manualità.
E’ un buon punto di partenza attivare il parental control su device e app che lo consentono, oltre a non lasciare i propri figli da soli, nemmeno davanti allo schermo di un telefonino.
Riferimenti bibliografici:
Dott.ssa Denise Scialoia
Psicologa Psicoterapeuta
Specializzata in Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale