A chi non capita di trovarsi in difficoltà quando il proprio figlio mette in atto dei comportamenti problematici?
Quanto sono efficaci le reazioni più comuni, quali sgridare, minacciare o punire?
Tali situazioni evocano emozioni di rabbia e di frustrazione, sia dell’adulto che del bambino, che vanno ad alimentare un vero e proprio braccio di ferro, con l’intento fallimentare di controllare la situazione in atto.
Molti comportamenti inadeguati possono essere dovuti ad una reale difficoltà del bambino, pertanto sarebbe giusto rimodulare le proprie aspettative e intervenire su specifici comportamenti ricorrendo a strategie che si basano su premi piuttosto che punizioni. I bambini hanno bisogno di sentirsi approvati dall’adulto, con espressioni di fiducia, calma, chiarezza, coerenza e fermezza.
Dunque, cosa fare? In termini pratici, come sarebbe giusto comportarci in queste situazioni?
Di seguito una serie di suggerimenti così da arginare il più possibile i comportamenti problematici e, soprattutto, le emozioni sgradevoli che queste situazioni elicitano:
- Mantenere il più possibile la calma quando il bambino si comporta male o disobbedisce, ricordandosi che non funziona controllare la rabbia del figlio mostrandosi arrabbiati;
- Evitare di condannare o punire aspramente un bambino per la sua ostilità quando questa è insolita per lui;
- Non intraprendere una lotta di potere con il bambino, altrimenti si andrebbe ad alimentare il suo gioco;
- Incoraggiare i fratelli a sostenere il bambino, cosicché non si senta isolato dalla famiglia;
- Fate in modo che il bambino abbia occasioni di contribuire costruttivamente alla famiglia;
- Sostenete discussioni con il bambino in privato piuttosto che in pubblico;
- Aiutare il bambino a sviluppare la convinzione di poter sopportare le cose che non gli piacciono;
- Quando il comportamento del bambino inizia a sfuggire di mano ai genitori, è bene che essi utilizzino qualche tipo di diversivo come mezzo efficace per calmarlo;
- Stendere un contratto comportamentale in cui il bambino accetti di lavorare sui suoi compiti per un determinato lasso di tempo, ogni settimana. Assicurarsi che il contratto contenga le ricompense per il raggiungimento dei risultati e le penalità per il mancato raggiungimento. Assicurarsi inoltre che i premi e le penalità proposti nel contratto siano sufficientemente potenti da agire come spinta motivazionale sul comportamento del bambino;
- Spiegare al bambino che ha la possibilità di scegliere di comportarsi responsabilmente;
- Eliminare le frustrazioni non necessarie al bambino;
- Usare la massima coerenza tra i familiari (papa, mamma e nonni);
- Dare al bambino delle regole chiare e comprensibili;
- Erogare rimproveri e punizioni immediatamente dopo il manifestarsi del comportamento su cui si vuole agire;
- Fare maggior ricorso all’incoraggiamento (lodare il comportamento) e meno al rimprovero;
- Quando è possibile, utilizzare come punizione conseguenze negative naturali (togliere qualcosa che piace al bambino) piuttosto che infliggere qualcosa di sgradevole;
- Evitare di fare promesse per far cessare il comportamento indesiderabile (ad esempio «Se smetti di fare i capricci, dopo andiamo a prendere il gelato»). Se i premi vengono proposti immediatamente dopo che il bambino ha messo in atto un comportamento inappropriato, potrebbe imparare soltanto che il comportamento cattivo alla fine viene gratificato;
- Evitare la svalutazione della persona («sei cattivo», ecc.);
- Ricordarsi di non dare nessun incoraggiamento e nessuna attenzione quando il comportamento del bambino è inadeguato.
Cosa fare, invece, quando il comportamento del bambino è adeguato?
Spesso si è talmente concentrati sulla diminuzione dei comportamenti problematici dei bambini che non gratifichiamo, invece, i comportamenti adeguati, quelli che si vogliono aumentare di frequenza. Come? Di seguito dei punti chiave per l’incoraggiamento positivo dei comportamenti funzionali:
- Lodare il comportamento del bambino adeguato durante o immediatamente dopo il comportamento;
- Quando si dà una ricompensa, descrivere qual è il comportamento che viene ricompensato;
- Esprimere, assieme alla ricompensa, incoraggiamenti positivi e complimenti;
- Accompagnare le ricompense con manifestazioni fisiche di affetto;
- Dare ricompense e privilegi in misura proporzionata all’importanza e alla difficoltà del comportamento;
- Ogni tanto ricordare al bambino ciò che può fare per guadagnarsi una particolare ricompensa;
- Esprimere le lodi in modo sincero.
In ultimo, qualsiasi modalità di gestione scelta, andrebbe condivisa da entrambi i genitori, così da stabilire una linea comune di strategia educativa, al fine di non generare confusione nel bambino e scegliere di ascoltare il genitore che propone qualcosa di più conveniente.
Riferimenti bibliografici: Di Pietro M. e Bassi E. (2013). L’intervento Cognitivo Comportamentale per l’età evolutiva. Strumenti di valutazione e tecniche per il trattamento. Edizioni Centro Studi Erickson. Trento.
Dott.ssa Denise Scialoia
Psicologa Psicoterapeuta
Specializzata in Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale